domenica 30 ottobre 2016

PASSEGGIATA GRECANICA NELL'ASPROMONTE GRÈKO ... VIVERE IL TERRITORIO I SAPERI E I SAPORI


Giorno 30 ottobre 2016, 
una domenica d'autunno oppure di primavera? 


La Passeggiata Grecanica comincia già alle otto quando si arriva al punto raduno a Condofuri Marina sulla SS106 all'altezza del bivio per Condofuri. Arrivati ci s'incontra già con tanti amici tra cui Bruno Maisano della "Cooperativa Tutela dell'Aspromonte", che ci accoglie di prima mattina con il sorriso ed una sorpresa. Solo più tardi, lungo il cammino, si scopre che la sorpresa altro non sono prelibatezze della gastronomia greco calabra. 

SI PARTE ... destinazione Vua (Bova)


Vua troviamo ad aspettarci altri amici, provenienti dalla Chòra ma anche da più lontano; dopo una piccola sosta con degustazione e un introduzione di Francesco Manglaviti, Direttore del "G. A. Valle dellAmendoleaha inizio il trekking. Tutti insieme e con grande entusiasmo c'incamminiamo con zaino in spalle. L'accesso al Sentiero n. 128 nel territorio dell'EPNA ci proietta sin dall'inizio su uno scenario mozzafiato.

DIREZIONE Gallicianò... 

Il Sentiero n. 128 è un'antica via che da Bova conduce alla Fiumara dellAmendolea e a Gallicianò ma anche a Delianuova,valicando l'Aspromonte dal versante ionico a quello tirrenico con due - quattro giorni di marcia. In tempi antichi gli abitanti della colonia greca di Delia, cittadina fondata alla foce della fiumara del San Pasquale, tra l'attuale Bova Marina e Palizzi, risalirono la montagna allo scopo di insediarsi in zone più protette dagli attacchi dal mare. Alcuni si stabilirono a Bova, invece, altri si sparsero e valicarono il crinale per fondare Paracorio, vicino Pedavoli. Quest'ultimi nuclei abitati caratterizzano oggi l'importante centro di Delianuova, sulla Piana di Gioia Tauro e sul TirrenoIl sentiero tracciato dagli abitanti di Delia è attivo fino alla metà dell'Ottocento per favorire i contatti e gli scambi fra la gente di Bova e quella di Pedavoli, in un amore fraterno di condivisione, specialmente in occasione delle rispettive feste patronali: la festa di S. Domenica a Paracorio e la festa di S. Leo a Bova, oppure durante l'anno per raggiungere un mulino, un frantoio o una bottega artigiana e i mercati. Grazie alle memorie storiche ed i racconti, è ancora vivo il ricordo dei viaggi a piedi con compagni di viaggioil mulo, il carico di derrate alimentari e/o di prodotti artigianali, attraverso l'Aspromonte. Il viaggio avveniva di notte per raggiungere la destinazione di buon mattino dopo lunghe ore di cammino. Lo spopolamento dei borghi dell'entroterra con l'esodo verso il mare, il conseguente abbandono delle attività tipiche della tradizione agro pastorale, come la costruzione di strade carrabili più comode, hanno determinato nel tempo un cambio di funzione di questo vecchio tracciato. 


Oggi quest'antico sentiero, percorso e descritto brevemente da Norman Douglas nella sua opera "Old Calabria" non è più percorso da pastori, artigiani e contadini ma torna a vivere con tutta la sua storia per gli appassionati di trekking, di bellezze naturalistiche, paesaggistiche e culturali, che non vogliono perdersi un Aspromonte Greco in tutta la sua magnificenza. 




È stato interessante, mentre si camminava, odire antichi saperi sui luoghi che attraversavamo, e che gentilmente Patrizia Romeo di Bova ci ha trasmesso con amore per la sua terra natia. 
Arrivati a un bivio, invece d' imboccare il sentiro in direzione Delianuova, si svolta a destra per dirigersi verso la fiumara dell'Amendolea. 


Il sentiero si sviluppa in zone scarsamente antropizzate ma interessanti dal punto di vista paesaggistico e naturalisti. Quasi subito si entra a contatto con uno scenario aperto e suggestivo verso la fiumara e i crinali dell’Aspromonte greco rigogliosi di una macchia mediterranea con i suoi colori autunnali intensi, che accompagnano ed allietano il cammino. 



Punti strategici offrono la possibilità di fermarsi per ammirare un paesaggio d'altri tempi e catturare con un obiettivo fotografico vedute paesaggistiche ariose e aperte verso nord - ovest e nord - est, oppure dall’alto verso il basso dove il colore candido del letto della fiumara dell’Amendolea spicca sovrano sui crinali. 


Ad un certo punto si prende la discesa e qui la vegetazione diventa più fitta gli alberi con i loro rami creano delle vere e proprie gallerie che attraversiamo. Giunti all'alveo della Fiumara dell'Amendolea in località Focolio  si fa una sosta per riposarsi un pò all'ombra per poi visitare il Mulino Zindato prima di riprendere il cammino in salita verso Gallicianò.


Il Mulino Zindato si trova in una posizione strategica, in una vallata al centro dei colli che ospitano i borghi più importanti dell’Area Ellenofona, quali: Amendolea, Bova, Roghudi Vecchio, Ghorio, Rocca Forte del Greco, Gallicianò; e proprio da questi luoghi che i contadini si recavano a Focolio per la macinatura dei cereali, percorrendo le numerose mulattiere, che in questo luogo conducevano. L’antico mulino fu danneggiato dall’alluvione del 1951; fu ripristinato ma in seguito ai danni causati da un secondo alluvione, nel 1972 fu definitivamente abbandonato. La famiglia Zindato, da Focolio si trasferì in altri luoghi ed oggi i discendenti ritornano di tanto in tanto. La stessa energia delle acque dell’Amendolea che era fonte di ricchezza per la struttura produttiva fu causa di rovina e determinò per i loro proprietari un cambiamento improvviso nello stile di vita. La chiusura e l'abbandono del mulino non sono attribuibili solo alla catastrofe  naturale che interessò l’area. Infatti, negli anni Settanta del Novecento, vi fu nel territorio dell’Aspromonte greco un’evoluzione e trasformazione delle attività artigianali e produttive, conseguenti alla migrazione verso le coste e il nord Italia della popolazione. Accanto ai ruderi del mulino altre strutture architettoniche erano adibite ad abitazione, magazzini, bottega artigianali ed altri stabilimenti produttivi. Questo mulino è un impianto del tipo “greco”, costituito da un asse di legno verticale nella cui parte bassa vi era una serie di pale a cucchiaio, immerse nell’acqua. Esse erano fatte girare da un getto d’acqua a forte pressione, che si otteneva con cadute alte attraverso la “doccia”, che permetteva una rotazione della ruota idraulica.
Un’imboccatura più o meno stretta a seconda delle stagioni e del regime delle acque, provvedeva a dirigere con forza il getto d’acqua sui cucchiai, costringendo l’albero alla rotazione. La doccia  si collegava alla "Saettaun vano  integrato alla torre  a forma d'imbuto inclinato, alla fine, munito nel segmento finale di graticola di ferro che faceva da filtro per impedire il passaggio di eventuali pietre che di solito si accompagnavano con l'acqua. Il mulino, quindi era costituito da due zone contraddistinte: quella umida della ruota, che altro non era il motore, e quella asciutta delle macine per la molitura. Il mulino era un luogo dove si faticava molto, ma era anche il luogo che con la propria produttività riusciva a mantenere e incrementare lo sviluppo socio – economico di un territorio, essere canale di scambi commerciali ma anche di quelli socio – culturali. Nei primi decenni del Novecento, sotto il Regime Fascista, il mugnaio Zindato, proprietario del mulino, non accettò la dura ed impopolare disciplina sui generi alimentari di prima necessità; che venne imposta sia per controllare la produzione, il commercio ed il consumo dei generi alimentari stessi, sia per approvvigionare di vettovaglie le forze armate, dettate dal Regime. Opponendosi alla regola che contingentava la produzione di farine, gli Zindato iniziarono a macinare clandestinamente, giorno e notte; un lavoro continuo, che era portato avanti da tutti i membri della famiglia con l’accortezza di non esser scoperti, perché la propria vita era importante ma aiutare la gente della Calabria greca a non desinare, ammalarsi ed invece a sopravvivere, lo era ancora di più. (1) 




Finita la  visita culturale si parete per compiere la seconda parte del percorso si attraversa l'alveo della fiumara dell'Amendolea e prima di riprendere il sencondo tratto di cammino verso Gallicianò, si gustano  fichi secchi e mandorle quest'ultime arrivate da Lazzaro di Motta S. Giovanni, 
grazie a Noemi Evoli che le ha offerte al gruppo.




Si parte carichi, ora il percorso è in salita; anche in questa seconda parte del nostro cammino non mancano punti strategici con vedute mozzafiato questa volta ariose e aperte verso sud - ovest.





Arrivati in cima a pochi chilometri da Gallicianò un secondo gruppo di amici aspetta, la gioia è grande per la presenza di molti bambini. 
Ma le presenza non finiscono si aggiungono al gruppo di viaggiatori per l'ultimo tratto di risalita i Sindaci: di Roghudi, Pierpaolo Zavettieri, di Rocca Forte del Greco, Domenico Penna;  il Presidente dell'EPNA, Giuseppe Bombino e due agenti del Corpo Forestale dello Stato.  


Il nostro amico Raffaele Grimaldi arrivato nella Bovesia dalla provincia di Catanzaro è stato il primo ad incontrarli, lui ricorderà anche questa uscita con noi, a suo dire esprime così ciò che prova: << ... non ho parole per descrivere tutte le piacevoli emozioni vissute durante l'intera giornata, credo di poter dire la stessa cosa del sentiero n.128 , non avrà mai visto tantissimi percorrerlo, dai bambini ai tantissimi adulti, inparticolare il tratto finale verso Galliciano. Per pura coincidenza mi sono trovato qualche metro in testa al gruppo, sono rimasto estasiato sopratutto nel vedere oltre ai tanti personaggi, anche il Presidente del EPNA "uno di noi, in mezzo a tutti noi, ringrazio veramente tutti ...>>

A Gallicianò, troviamo ad accoglierci i residenti tra loro ci viene incontro l'architetto Domenico Nucera con la sua macchina fotografica  e poi Domenica Nucera, loro  rappresentano insieme a Raffaele Rodà, Giovanni e tutti gli uomini e donne che vivono qui il cuore pulsante di Gallicianò, sempre attivi con un lavoro di una vita hanno permesso la conservazione di un tesoro inestimabile che sorprende sempre con un'eccellente ospitalità. 



Riuniti in piazza ammiriamo le grandi tavole imbandite a festa per tutti noi viaggiatori della Passeggiata Grecanica. Donne e uomini già dall'alba si sono messi all'opera per farci degustare i sapori grecanici; non vediamo l'ora di dare loro merito saziando il palato. 






Prima, però, si apre un momento di dialogo e al centro della piazza ci si raduna, senza sentir stanchezza ascoltiamo con grande attenzione.
Siamo al completo arriva anche il Sindaco di Condofuri Salvatore Mafrici.


Prende la parola Bruno Maisano a nome della Cooperativa "Tutela dell'Aspromonte", che ha organizzato con professionalità ed eccellenza una Passeggiata Grecanica con l'EPNA coinvolgendo il Gruppo Archeologico Valle dell'Amendolea. Il discorso di Bruno è stato un colpo al cuore di chi ama visceralmente i nostri borghi e il territorio grecanico. 
Con grande umiltà e senza politica ha espresso e ribadito punti salienti, anche di discorsi già affrontati in altri incontri con le associazioni locali, per vedere realizzato un sogno, quello di un nuovo sviluppo nell'Area Grecanica dove tutti sono chiamati ad essere protagonisti con il proprio ruolo. I tre Sindaci: Pierpaolo Zavettieri di Roghudi, Domenico Penna di Rocca Forte del Greco e  Salvatore Mafrici di Condofuri, hanno ampiamente elargito sulle potenzialità delle ricchezze di questi territori, sul loro impengno a livello territoriale e sulla possibilità di un nuovo sviluppo grazie a un cambio di politica che ora si proietta su un lavoro di squadra tra Enti locali in un territorio di appartenenza ben più ampio quello dell'Area Grecanica, per programmare progetti comuni per un nuovo sviluppo. 




Francesco Manglaviti Direttore del nostro Gruppo Archeologico Valle dell'Amendolea ha ringraziato per il compito che gli è stato affidato in questa Passeggiata Grecanica; e ha ribadito l'importanza storica e sociale del Sentiero n. 128 con le sue ricchezze e la tradizione agro pastoriale locale.

A concludere è stato il Presidente del Parco Nazionale dell'Aspromonte il Dott. Giuseppe Bombino, con il suo discorso arricchisce di valori ancor di più quanto già affermato da Bruno Maisano e dai Sindaci presenti, infatti, parlando delle "Trame della nostra Terra" la cui geografia ha determinato paesaggio che catturano attenzione, ribadisce quanto sia importante ed essenziale valorizzare e promuovere per rivivere un nuovo sviluppo socio - economico. 


Così con un impegno costante e concreto per il territorio e le sue comunità, come in altre occasioni, anche questa volta, il Parco Nazionale dell'Aspromonte ha sostenuto l'attività di Promozione e Conoscenza del Territorio nell'ambito del Sentiero 128 con la degustazione di prodotti tipici grecanici nella culla dell'antica lingua greco - calabra. Nutrita la mente con l'ascolto si passa a nutrire il palato con i sapori raffinati della cucina  dell'antica tradizione agro pastorale, grazie all'impegno di donne ed uomini, che hanno lavorato per tutta la mattina e di continuano durante la giornata per onorare anche gli antichi valori dell'accoglienza tipica della Calabria greca; loro insieme agli artigiani e ai suonatori sono i veri protagonisti di un borgo vivo.





La giornata non  finisce con la degustazione, infatti si balla grazie ai Suonatori di Galliciano che ci allietano con suoni della tradizione greco - calabra; chi non balla fa una visita al Museo, alle Chiese, una passeggiata per l'antico borgo, alla bottega artigianale soffermandosi nei piccoli spazi espositivi di prodotti tipici locali, tra cui spicca la marmellata di Fichi d'India come una prelibatezza d'altri tempi.





La giornata si conclude ma un nuovo Sole ha illuminato questa Passeggiata Grecanica,
 oggi si può affermare che 

"... La condivisione e l'amore per la nostra Terra, calabro greca, tra donne e uomini, che lavorano in sinergia per un fine comune, hanno permesso di vivere l'intensità dei tesori della Vallata dell'Amendolea nell'Aspromonte Greco. 
Nutrimento per l'anima e nuova linfa per i nostri borghi 
in un giorno d'autunno e/o primavera ..."

ART. DI
VINCENZA TRIOLO


FONTI ICONOGRAFICHE: 
Fotografie di Vincenza Triolo

FONTI BIBIOGRAFICHE: 
(1) V. TRIOLO in Rivista online Cesar Rivista Online: Cultura _ Evoluzione _ Storia _ Archeologia e Arte _ Ricerca, n. 15 - 26 agosto 2016, pp. 1 - 6, dal titolo: Il Mulino Zindato in località Focolio nel cuore della Calabria greca. L'articolo oltre la descrizione del Mulino ingloba ricerche e studi  ma anche memorie storiche arrivate attraverso i racconti di mio nonno materno Antonio Zindato.