Carta Percorso Archeotrekking 07 MAGGIO 2016
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PROGRAMMA
• Ritrovo: ore 09.00 a Condofuri Marina - davanti
Ufficio Postale
(per i soci provenienti da Reggio ore 09.30 presso lo svincolo per Motta S.G.);
(per i soci provenienti da Reggio ore 09.30 presso lo svincolo per Motta S.G.);
• Inizio escursione: ore 10.00, (previo trasferimento in macchina in località San Basilio di Motta San Giovanni);
• Meta dell’escursione: percorso panoramico nell’area dei ruderi delle chiesette bizantine in località Santo Niceto e visita all’omonima fortezza.
• Difficoltà: l’escursione cat. E (turistica), prevede un tempo di percorrenza di circa tre ore.
• Ore 13.00 (circa): a conclusione della visita guidata seguirà una degustazione di prodotti tipici locali (al costo di 10.00 Euro) a cura del punto ristoro del luogo.
PER IL PRANZO E' RICHIESTO OBBLIGATORIAMENTE
PRENOTARSI ENTRO VENERDI' 06/05/2016 ALLE ORE 16.00 AI SEGUENTI NUMERI:
Francesco
MANGLAVITI 3387628710
Vincenza
TRIOLO 3407396728
Domenico TRAMONTANA
GRUPPO ARCHEOLOGICO "VALLE
DELL'AMENDOLEA"
• Ore 17.00: Prima di rientrare sarà
visitato il PARCO DELLE RIMEMBRANZE nel centro storico Motta San Giovanni, per
conoscere e scoprire la storia di grandi lavoratori, che hanno segnato lo
sviluppo socio-economico del territorio comunale con la presenza dell'ASSOCIAZIONE
MINATORI MOTTESI.
• Il rientro è previsto in serata.
(*) PER L'ARCHEOTREKKING si consigliano:
1. Scarpe, abbigliamento e attrezzature da trekking;
2.
cappello;
3.
K - Way;
4.
scorta di acqua potabile.
N.B. = Ogni componente della comitiva partecipa a titolo volontario e sotto la propria responsabilità, sollevando l’organizzazione da qualsiasi danno o incidente che si potrebbero verificare durante l’Archeotrekking.
Con Il Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea" saranno presenti anche i Compagni di EQUOSUD (Auto Produzioni Equo Solidali) per condividere un altro momento alla riscoperta dei tesori della nostra terra.
PERCORSO
Percorrendo in parte l'antico
sentiero PIETRA DELLA MOLA - PATERRITI si possono ammirare i ruderi di
chiesette bizantine, di particolare interesse storico ed archeologico con la
Fortificazione di Santo Niceto di origine bizantina costruita nella prima metà
dell'XI secolo sulla cima di un'altura rocciosa in posizione strategica a
controllo dei percorsi di navigazione e dello Stretto di Messina, oltre che dei
sentieri e delle colline circostanti. La Fortificazione di Santo Niceto
rappresenta uno dei pochi esempi di architettura alto medievale calabrese, che
dopo cinque secoli di abbandono è stata restaurata e recuperata grazie a due campagne
d’intervento di recupero e restauro: la prima avviata nel 2002 e la seconda nel
2004.
(*) Si consigliano:
1. scarpe e abbigliamento da trekking;
2. cappello;
3. K- Way per la pioggia;
3. K- Way per la pioggia;
3. scorta di acqua potabile.
RIENTRO: previsto nel pomeriggio.
DIFFICOLTÀ: cat. E (turistica), prevede un tempo di percorrenza di circa tre ore.
NOTE:
La Fortificazione di Santo Niceto presente anche nella Guida Touring Club Italiano del 2014 |
Il Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea" nelle note sottolinea l'importanza dei Beni Culturali che si avrà l'opportunità di conoscere e riscoprire, riconosciuti anche dal Touring Club Italiano. Nel 2014 la Fortificazione di Santo Niceto entra a far parte di un'importante guida nazionale dal titolo: Tesoro d'Italia. Il patrimonio negato, stampata nel 2014 dal Touring Club Italiano. Nella guida alle pp. 224 - 227 un bell'articolo dell'Arch. Prof. Francesca Martorano, che riportiamo in parte di seguito per conoscenza e divulgazione culturale.
LA FORTIFICAZIONE DI SANTO NICETO
Contributo di Francesca Martorano
in Guida Touring Club Italiano
Tesoro d'Italia. Il patrimonio negato
<< Posta sul cono sommitale di una delle tante collinette che si susseguono a sud di Reggio Calabria, la fortificazione tardo - bizantina di Santo Niceto è quasi invisibile dal litorale. Visitarla rende immediatamente comprensibile il motivo che indusse gli amministratori dell'impero d'Oriente a costruirla alla fine del loro dominio nell'estremo lembo della Calabria. Il luogo prescelto costituiva una posizione strategica importante, a controllo non tanto dei percorsi terrestri quanto di quella via marittima che è lo Stretto. Da quel punto, infatti, con una veduta straordinaria, lo si domina, dal suo imbocco a sud (taormina - Capo d'Armi) fino a Reggio. Resta visibile anche il porto di Messina. Lo stretto, tra il X secolo e la prima metà dell'XI, rappresentò il confine tra due mondi, la Sicilia in mano agli emiri saraceni e la Calabria, provincia dell'impero costantinopolitano...
... La fortificazione ha un'unica porta d'ingresso, resa imponente da due torri quadrate , impiantate direttamente sulla roccia, che costituisce il piano fondale delle strutture. la soluzione architettonica è semplice, ma attribuisce un elevato effetto monumentale alla cinta muraria che, con andamento irregolare, circonda la collina. I muri di spessore esiguo e costante in tutto il perimetro, sono posti alla sommità del pendio, in modo da sfruttare al massimo l'elemento naturale ai fini difensivi...
... Si tratta di un sistema "integrato" che associa la difesa architettonica alla difesa orografica, utilizzato dai bizantini più o meno contemporaneamente in varie province dell'impero...
... Tali cinte avevano il doppio compito di costruire una base militare e nello stesso tempo di offrire un rifugio alla popolazione del territorio agricolo o delle città, qualora fossero ubicate in prossimità di esse. Santo Niceto, tra le fortificazioni bizantine italiane, è quella che conserva la maggiore monumentalità e numero di edifici interni...
... L'abbandono inizio nella seconda metà del Quattrocento quando ... perse il suo valore difensivo. Nel 1605 il "Casale, seu castello ciamato Santonucito>> è dichiarato inabitato. I ruderi di quattro chiesette sottostanti alla fortificazione, di cui due conservano ancora tracce di affreschi, è quanto resta del piccolo abitato, sorto probabilmente dopo la realizzazione della cinta... >>
Fortificazione di Santo Niceto |
La Spiritualità Bizantina dei luoghi è stata studiata per molti anni dal Prof. Domenico MINUTO come i ruderi delle chiesette bizantine sottostanti la fortificazione, quest'ultime descritte in alcune sue pubblicazioni. Il Prof. MINUTO iniziò lo studio delle chiese di tradizione bizantina circa cinquant'anni fa per la stesura di Ricordi basiliani tra Reggio e Locri (in << Studi per il 150° anno scolastico del Liceo Ginnasio <<Tommaso Campanella>> di Reggio Calabria 1964) e possiamo dire che ha portato avanti negli anni continui studi e rilievi alcuni dei quali fatti anche di recente.
La datazione delle chiesette di Santo Niceto, che si andranno a visitare, attribuita sulla base dell'analisi tipologica e strutturale, copre un arco cronologico che va dal IX al XIV secolo.
Nel pomeriggio durante la visita al
Parco delle Rimembranze dedicato ai minatori mottesi sarà presente con il
Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea e l'Associazione Minatori
Mottesi l'autore del volume "Una città di minatori - la storia dei
minatori del Comune di Motta San Giovanni", SAVERIO VERDUCI, che ci
racconterà del suo lavoro di ricerca racchiuso all'interno dell'opera edito
Disoblio Edizioni.
L'ASSOCIAZIONE
MINATORI MOTTESI che ci accompagnerà nella visita del Parco delle Rimembranze,
monumento storico, dedicato alla commemorazione dei caduti sul lavoro è
un'associazione che opera nel territorio del comune di Motta San Giovanni con
iniziative ed attività culturali al fine di "commemorare per non
dimenticare" tutti coloro che hanno sacrificato la vita nelle miniere e in
galleria. Sarà l'occasione per avere anche l'opportunità di conoscere minatori
ancora in vita che racconteranno la loro esperienza vissuta.
Al Parco
delle Rimembranze si ammirerà anche l'esposizione della collezione di
Fotografie storiche che ritraggono i minatori mottesi a lavoro di seguito
pubblichiamo una delle tante che si visioneranno.
LA FOTO RITRAE IL MINATORE MELITO CARMELO di Motta San Giovanni, classe 1917 (secondo da dx) in compagnia di alcuni soci ed è stata scattata il 19.05.1955 a MARATEA (PZ).
LA FOTO RITRAE IL MINATORE MELITO CARMELO di Motta San Giovanni, classe 1917 (secondo da dx) in compagnia di alcuni soci ed è stata scattata il 19.05.1955 a MARATEA (PZ).
Foto proveniente dalla Galleria Fotografica Associazione Minatori Mottesi |
Compagni
di viaggio del Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea" e di
Equosud, preparatevi a percorrere un itinerario storico che ha segnato il
territorio Comunale di Motta San Giovanni dai Sentieri delle Chiesette
Bizantine di Santo Niceto per finire al luogo storico a ricordo di uomini, che
per lavoro sono stati costretti a migrare lasciando la propria terra natia, le
loro case con terre coltivate e famiglie!