Risalire
l’alveo dell’Amendolea è come addentrarsi nelle anse dello stupore.
Un primo brivido
ti lambisce la schiena quando prendi coscienza di cosa stai calpestando: una
fitta distesa di ciottoli e sabbia finissima della quale non puoi far finta di
non accorgerti, in quanto, al cospetto dei raggi del sole la sua luce è così
intensa ed accecante che ti costringe ad acuire le ciglia. Un impatto molto particolare, dunque, che si preannuncia
foriero di spunti pregevoli ed interessanti. Una sorta di esplicita esortazione
ad inoltrarti sempre più, in un sito dove, quasi senza accorgerti, ti ritrovi
al centro di una configurazione scenica che non smette mai di catalizzare la
tua attenzione: una sequenza di scorci panoramici ed effetti speciali che si
alternano e si integrano con naturalezza e continuità.
Procedendo
nelle sinuosità dell’alveo, quel sussulto iniziale si trasforma in fremito che
ti percorre l’intera cute. Man mano che svolti nei lunghi tornanti, disegnati
con cura dai piccoli promontori che, imperterriti, ancora resistono al
logoramento del tempo ed alla furia delle acque, hai sempre più l’impressione
di affacciarti in qualcosa di misterioso ed indefinito.
L’eco
della tua voce risuona nelle pareti rocciose e negli anfratti come se altri
interloquissero continuamente con te. Ti sembra di ascoltare dialoghi strani ed
indecifrabili. Voci lontane che si rincorrono e che, nello stesso tempo, ti
proiettano in quell'atmosfera di ignoto e di misterioso che ti accompagna per
l’intero tragitto. Alla fine rimani lì, timido ed ammutolito, non puoi far
altro che sollecitare l’immaginazione e rispolverare le tue reminiscenze
storiche. Provi a calarti nel contesto dei tempi e dei periodi storici e, quasi
senza volerlo, ti perdi nel labirinto delle supposizioni.
La storia ti ricorda che questa fiumara fu
teatro di lunghe e rovinose battaglie in quanto terra di confine fra le antiche
colonie greche di Reggio e Locri. La leggenda ti rimanda alle fatiche di Ercole
che qui, al fine di trovare un agognato riposo, scomoda gli dei per ammutolire
le strombazzanti cicale. Ti senti preda della suggestione e, forse proprio per
questo, ti riscopri ancora più coinvolto ed interessato.
Tutto
ciò che hai appreso dai libri di storia ti consente di tracciare una linea
immaginaria che, partendo dagli antichi greci, e quindi dalle prime forme di
società organizzata, ti porta direttamente ai giorni nostri. Da Strabone a
Tucicide, da Lear a Douglas, da Plinio il Vecchio al Barrio passando per gli
autori locali, è un continuum di
citazioni e particolari descrittivi che fanno di questo sito un luogo di
fervente e dinamica operosità sia dal punto di vista storico-sociale che dal
punto di vista culturale ed artistico. Ti rendi conto, insomma, che la brezza
gradevole dell’Amendolea contiene un’ulteriore fragranza: il profumo della
storia.
Art. di
Francesco
Manglaviti
Fotografie