domenica 31 luglio 2016

Lungo l’Amendolea: un tuffo nella storia. Quando al fascino si associa il mistero…


Risalire l’alveo dell’Amendolea è come addentrarsi nelle anse dello stupore. 
Un primo brivido ti lambisce la schiena quando prendi coscienza di cosa stai calpestando: una fitta distesa di ciottoli e sabbia finissima della quale non puoi far finta di non accorgerti, in quanto, al cospetto dei raggi del sole la sua luce è così intensa ed accecante che ti costringe ad acuire le ciglia. Un impatto molto particolare, dunque, che si preannuncia foriero di spunti pregevoli ed interessanti. Una sorta di esplicita esortazione ad inoltrarti sempre più, in un sito dove, quasi senza accorgerti, ti ritrovi al centro di una configurazione scenica che non smette mai di catalizzare la tua attenzione: una sequenza di scorci panoramici ed effetti speciali che si alternano e si integrano con naturalezza e continuità.
Procedendo nelle sinuosità dell’alveo, quel sussulto iniziale si trasforma in fremito che ti percorre l’intera cute. Man mano che svolti nei lunghi tornanti, disegnati con cura dai piccoli promontori che, imperterriti, ancora resistono al logoramento del tempo ed alla furia delle acque, hai sempre più l’impressione di affacciarti in qualcosa di misterioso ed indefinito.
L’eco della tua voce risuona nelle pareti rocciose e negli anfratti come se altri interloquissero continuamente con te. Ti sembra di ascoltare dialoghi strani ed indecifrabili. Voci lontane che si rincorrono e che, nello stesso tempo, ti proiettano in quell'atmosfera di ignoto e di misterioso che ti accompagna per l’intero tragitto. Alla fine rimani lì, timido ed ammutolito, non puoi far altro che sollecitare l’immaginazione e rispolverare le tue reminiscenze storiche. Provi a calarti nel contesto dei tempi e dei periodi storici e, quasi senza volerlo, ti perdi nel labirinto delle supposizioni.
La storia ti ricorda che questa fiumara fu teatro di lunghe e rovinose battaglie in quanto terra di confine fra le antiche colonie greche di Reggio e Locri. La leggenda ti rimanda alle fatiche di Ercole che qui, al fine di trovare un agognato riposo, scomoda gli dei per ammutolire le strombazzanti cicale. Ti senti preda della suggestione e, forse proprio per questo, ti riscopri ancora più coinvolto ed interessato.
Tutto ciò che hai appreso dai libri di storia ti consente di tracciare una linea immaginaria che, partendo dagli antichi greci, e quindi dalle prime forme di società organizzata, ti porta direttamente ai giorni nostri. Da Strabone a Tucicide, da Lear a Douglas, da Plinio il Vecchio al Barrio passando per gli autori locali,  è un continuum di citazioni e particolari descrittivi che fanno di questo sito un luogo di fervente e dinamica operosità sia dal punto di vista storico-sociale che dal punto di vista culturale ed artistico. Ti rendi conto, insomma, che la brezza gradevole dell’Amendolea contiene un’ulteriore fragranza: il profumo della storia.

Art. di
Francesco Manglaviti

Fotografie 
© PH. Enzio Peppe Praticò