domenica 11 ottobre 2015

DOMENICA 18 OTTOBRE 2015 ARCHEOTREKKING: Gallicianò percorso modificato


NUOVO PERCORSO GALLICIANO' E DINTORNI 


PROGRAMMA: 
  • Ore 09.00, SS 106 nel parcheggio in prossimità dello svincolo per Condofuri Superiore - San Carlo (provenendo da Reggio lato destro): raduno.
  • Ore 09.15: partenza per Gallicianò con i propri mezzi; 
  • Ore 9,45: arrivo inizio percorso ad anello intorno a Gallicianò ; 

Difficoltà: escursione (cat. E), prevede un tempo di percorrenza di circa tre ore;
A conclusione del percorso ci sarà una degustazione di prodotti tipici locali ;

PERCORSO:  

Lungo il percorso visita delle rovine e dei luoghi testiminianza della cultura agro - pastorale millenaria dell'Area Ellenofona ed in particolare del borgo di Gallicianò nella Vallata dell'Amendolea. Al termine dell'escursione i partecipanti potranno degustare prodotti tipici locali. 

Difficoltà percorso: cat. E. 
Tempo di percorrenza: circa 3 ore.
Rientro: previsto nel pomeriggio.

(*) Si Consigliano: 
1. Scarpe, abbigliamento e attrezzature da trekking. 
2. Cappello.
3. Equipaggiamento per la pioggia. 
4. Scorta d'acqua potabile. 

NOTE: 

Sentire i Sentieri!
…Siamo figli di un territorio segnato da contraddizioni profonde, che può sperare in un risanamento se cambierà lo stile di vita dei suoi abitanti, se crescerà un senso di appartenenza collettivo e diventerà vivo e diffuso il rapporto con le risorse locali e con il grande patrimonio di conoscenze rurali ed artigianali che le generazioni precedenti si sono tramandate. Per ora una morfologia affascinante convive con zone di degrado marcato. I segni di passati ed ingegnosi compromessi tra natura e cultura sono sopraffatti dalle macerie che l’abbandono delle campagne negli anni del boom economico ha prodotto quasi in ogni luogo. La presentazione del restauro dell’antica via di comunicazione tra Bova e Gallicianò curato meritoriamente dalla Società Cooperativa Tutela dell’Aspromonte diventa per noi lo spunto per un incontro pubblico, un’altra occasione per ritrovarci e discutere dei nostri problemi muovendo da un confortante esempio di amore e rispetto per la nostra storia. Allo scambio di testimonianze, opinioni e proposte parteciperanno, oltre ai rappresentanti istituzionali, tutti i cittadini che hanno qualcosa da raccontare…

NOTE STORICHE: 


Gallicianò _ Comune di Condofuri (RC) 
Gallicianò, frazione del Comune di Condofuri, è un piccolo centro che conta poco meno di 100 abitanti ed è oggi l’unico borgo dell’Area grecanica pressoché interamente ellenofono, anche se l’uso del greco è maggiormente diffuso tra gli anziani ed in particolare nell’ambito domestico e in quello pastorale. Il cuore dell’abitato, intorno al quale si distribuiscono le case seguendo le curve di livello, è rappresentato dalla Chiesa dedicata a san Giovanni Battista, il santo patrono che si festeggia il 29 agosto, e dalla piccola piazza antistante. Dalla parte opposta ma più in alto, verso i monti, è localizzata la piccola chiesa di Santa Maria dei Greci ove viene officiata, anche se non stabilmente, la divina liturgia con il rito ortodosso. Il piccolo luogo di culto, composto da due ambienti affiancati ricavati restaurando due case più antiche e in disuso, è ornato alla maniera “bizantina” con icone e affreschi. I gallicianesi sono stati fino a pochi anni fa prevalentemente pastori e tutti, dal più giovane al più anziano, amano cantare e suonare, dimostrandosi particolarmente abili nell’utilizzo dei due strumenti più tradizionali, il tamburello e l’organetto. In tempi  più recenti, nonostante l’emigrazione che ha fatto registrare un sensibile calo degli abitanti, sono sorte alcune associazioni tra le cui finalità prevale quella di conservare e tramandare la conoscenze e l’uso della lingua e più in generale delle tradizioni grecaniche. Inoltre, negli ultimi anni non sono mancati i momenti di incontro e di scambio con i Greci, confermati dal gemellaggio effettuato con il comune di Alimos presso Atene. Le origini di Gallicianò non sono ancora ben note anche se, nel suo territorio era presente, nell’area della Panaghia, un antico monastero bizantino. Nel XVI secolo, così come dimostra un documento conservato nell’Archivio Generale di Simancas, apparteneva alla Baronìa di Amendolea e rientrava all’interno di un territorio fertile dove si allevava anche una buona razza di cavalli: Tiene esta tierra (Amendolea) titulo y cabeca de baronia, y ay en los confines y Terminos d’ellas los casales siquientes: Rischudi, Roccaforte, Galliceno. Todos estos tres casales tienen fasta doxientos fuegos y son en verdad màs de loque stan numerados in catasto. Tienes un bosque donde se haze la pez, que solo el baron la puede fazer ; Tienes molinos, trapitos de olio y molinos batanes de panyos, y tiene giardines, olivares y vinias del baron. Es tierra fertil de granos en la parte de la marina y de la montanya para granados gressos y menutos, y solia haver buena raca de cavallos … Nel 1783 il borgo subì alcuni danni anche se quelli più rilevanti si registrarono con i terremoti del XX secolo. Le alluvioni del 1951 e del 1957 costrinsero molti abitanti di Gallicianò ad abbandonare il paese.

di Francesco Antonio Cuteri 
(Archeologo e Professore di Archeologia Medievale) 




sabato 3 ottobre 2015

CIBI PIETANZE DEL MONDO ANTICO: UN VIAGGIO TRA QUOTIDIANO, RITUALI ED ETNOGRAFIA


In linea con Expo 2015, il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria dedica una mostra ai cibi e alle pietanze nel mondo antico. 
L’esposizione, visitabile fino al 31 ottobre 2015, 
è curata da Rossella AGOSTINO e da Francesca LUGLI. 

Il tema del cibo è trattato attraverso testimonianze archeologiche ed etnografiche del territorio calabrese con rimandi all'area mediterranea ed europea. 
Un viaggio tra quotidianorituali ed etnografia che i manufatti archeologici di varie epoche, tipologie e provenienze documentano sia quando sono strettamente funzionali alla mensa ed alla preparazione dei cibi, sia quando l’uomo, dando loro una valenza simbolica, li ha destinati ad altra funzione. Il Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea" di Condofuri, da tempo operativo nella collaborazione con attività di volontariato attivo con la Soprintendenza Archeologica della Calabria, ha ben accolto l'invito della Dott.ssa Agostino a collaborare anche in questa occasione contribuendo con attività per l'allestimento.  



INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA: 

“ Cibi e pietanze del mondo antico: 
un viaggio tra quotidiano, rituali ed etnografia”

Giorno 3 ottobre 2015 alle ore 18.00 
nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria 



La mostra promossa dal Segretariato Regionale della Calabria nella persona del Segretario Dott. Salvatore PATAMIA in collaborazione con la Regione Calabria - Servizio 1 "Programmazione Regionale, Settoriale e Territoriale” – nell’’ambito del progetto Dall’Expo ai Territori. Viaggio nelle eccellenze d’Italia: piacere, gusto e salute - collaborazione siglata con apposita convenzione - si propone di trattare il tema del cibo attraverso testimonianze archeologiche ed etnografiche dal territorio calabrese con rimandi all'area mediterranea ed europea. Ideata e curata scientificamente da Rossella AGOSTINOfunzionario archeologo del MIBACT e da Francesca LUGLI archeologa e presidente dell’Associazione Italiana di Etnografia, l’esposizione vuole essere un Viaggio tra quotidiano, rituali ed etnografia che i manufatti archeologici di varie epoche, tipologie e provenienze documentano esaustivamente sia quando sono strettamente funzionali alla mensa ed alla preparazione dei cibi, sia quando, dando loro una valenza simbolica, l’uomo li ha destinati ad altra funzione. E lungo il percorso espositivo, accompagnati idealmente da personaggi legati direttamente ed indirettamente alla città di Reggio antica come lo scultore Pythagoras di Rhegion o il filosofo Aristotele nella città di Calcide - la città dell’isola Eubea da cui provenivano i fondatori del centro coloniale di Rhegion - si illustra cosa avranno assaporato a tavola insieme ad altri commensali. 
E tenuto conto che la cultura e le tradizioni alimentari dei Greci e dei Romani costituiscono ancora oggi buona parte di quelle attuali e che legati al cibo, sono sopravvissuti antichi saperi che affondano talvolta le proprie radici nella notte dei tempi, si è affiancato l’aspetto etnografico riproponendo manufatti e tradizioni ancora in uso non solo nel territorio regionale, ma anche in altri paesi. E’ il caso della preparazione della colatura di alici di Cetara che con ogni probabilità discende direttamente da quella del garum, salsa molto usata nella cucina romana, o della pesca del polpo negli orci forati delle coste Tunisine, retaggio di un’antica tecnica di pesca. L’allestimento della mostra, curato dal Prof. Rosario BRANDOLINO, con un gruppo di lavoro di diverse professionalità, e la collaborazione del Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea" di CONDOFURI, per alcuni reperti, è stato immaginato e creato appositamente per accompagnare il visitatore lungo questo percorso della quotidianità nei secoli evidenziando la complementarietà tra archeologia ed etno-archeologia e come tutti i giorni sotto i nostri occhi si reiterino e si rinnovino gesti antichi mascherati di modernità. 


LA S. V. E' INVITATA A PARTECIPARE