Su You Tube visioniamo un'interessante documentazione video pubblicata
il 20 Novembre 2012,
il 20 Novembre 2012,
che racconta una parte della storia e dell'identità culturale dell'Area Ellenofona,
incisa con il viaggio di GERHARD ROHLFS,
un tedesco in Aspromonte,
che dal 1921 al 1983 sostando in 365 paesi calabresi,
incisa con il viaggio di GERHARD ROHLFS,
un tedesco in Aspromonte,
che dal 1921 al 1983 sostando in 365 paesi calabresi,
registra, cataloga, studia e fotografa il nostro patrimonio culturale, per restituirci
un'importante bibliografia.
In 65 anni d'indagini tutto viene passato al setaccio:
Usanze, parole, proverbi, giochi, cognomi, soprannomi, frasi idiomatiche, strutture sintattiche.
Il video è una Produzione ELIOS,
regia e montaggio di Emanuele TAGLIERI,
che condividiamo per conoscenza e divulgazione culturale.
BUONA VISIONE
NOTE:
DI
Emanuele TAGLIERI
20 NOVEMBRE 2012
https://www.youtube.com/watch?v=_ej-kd3pyQ0&feature=youtu.be
Gerhard Rohlfs
nacque a Berlino nel 1892. Fu chiamato alle armi nella prima guerra mondiale e
visitò alcuni campi di prigionia, dove fece una scoperta che doveva segnare
tutta la sua vita di studioso: si rese conto che i prigionieri italiani,
parlavano numerosi dialetti. Finita la guerra, Rohlfs decise di dedicarsi alla glottologia e alla
dialettologia dell'Italia, abbandonando gli studi di botanica, che aveva da
poco intrapreso. Già docente di filologia romanza in Germania, Rohlfs arrivò in Calabria con
lettera di presentazione di Benedetto Croce, e scoprì subito le differenze
linguistiche tra la Calabria latina, a nord della strozzatura
Lamezia-Squillace, e la Calabria greca, quella reggina. In quest'ultima poi,
c'era un'area ancora più impervia chiamata Bovésia, dove il greco era ancora
lingua viva. I pochi studiosi italiani che si erano accorti di questa
incredibile sopravvivenza, avevano fatto risalire la grecità linguistica
esclusivamente al periodo bizantino, soprattutto al x secolo, epoca di intensa
colonizzazione monastica basiliana. Dopo attente e capillari verifiche sul
territorio, Rohlfs annuncia la sua teoria della trasmissione ininterrotta
dell'ellenismo calabrese ex temporibus antiquis, cioè direttamente dai tempi
della Magna Grecia, senza sostanziali soluzioni di continuità. Ciò equivale a
sostenere che il latino, che è riuscito ad imporsi, sostituendosi alle lingue
locali, in tutto l'impero, dalla Spagna alla Romania, non sarebbe penetrato in
quell'inospitale territorio se non superficialmente, senza però sostituirsi al
greco. In Calabria Rohlfs viaggiò dal 1921 al 1983, sostando in 365 paesi,
frequentando le osterie dei piccoli centri aspromontani, familiarizzando con
gli abitanti per conoscere dal vivo le particolarità della parlata locale. Usanze,
parole, proverbi, giochi, cognomi, soprannomi, frasi idiomatiche, strutture
sintattiche: in 65 anni di indagini tutto viene passato al setaccio,
registrato, catalogato, studiato e fotografato. Fotografare per Rohlfs significava
andare oltre la parola, fermare un modo di vivere, cogliere il silenzio
interiore, la verità di una condizione umana o diciamo addirittura il segno di
un destino. Un "archeologo delle parole" che ha lasciato oltre 700
scritti, 15 dei quali esclusivamente dedicati alla Calabria, come il
"dizionario dialettale delle tre Calabrie", il "Dizionario dei
cognomi e dei soprannomi della Calabria" e il Dizionario toponomastico e
onomastico della Calabria, questi libri costituiscono un'insuperabile trilogia
di cui la Calabria può andar fiera. Riconoscimenti gliene arrivano tanti, ma una delle
onorificenze più gradite giunge il 18 marzo 1968: il conferimento della cittadinanza
onoraria di Bova. Oggi a quasi trent'anni dalla sua scomparsa, l'etnia greca di
Bova deve a Gerhard Rohlfs, in larga parte, il recente recupero di un'identità
linguistica e culturale che anche grazie ai suoi studi resisterà ad una
malinconica estinzione.