Domenica 16 luglio 2017 il Parco Archeologico
“ArcheoDeri” di Bova Marina e la chiesa dello “Spirito Santo” a Bova hanno sono
stati i luoghi, dell’Area Grecanica, dove si è svolto l’evento di particolare
interesse dal titolo: “Presenze Giudaiche nella Calabria grecanica: una
proposta di itinerario.L’inizio dell’incontro si è
svolto presso il Parco Archeologico “ArcheoDeri” con i saluti istituzionali
della dr.ssa Rossella Agostino, Direttore del parco archeologico, di Bova
Marina, a cui si deve riconoscere la recentissima campagna di valorizzazione
dello stesso sito che negli ultimi anni è stato oggetto di eventi sfortunati
che l’hanno portato a essere un po’ in stato di abbandono.
La dr.ssa Agostino dopo
i saluti ha introdotto gli interventi del dr. Salvatore Patamia,
Segretario Regionale per la Calabria del MiBACT
e
della dr.ssa Francesca Crea, Coordinatore Commissione Straordinaria del
Comune di Bova Marina, che hanno avvalorato l’importanza di promuovere
iniziative per la tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali e nello
specifico archeologici e architettonici, testimonianza diretta della presenza
del popolo giudaico nell'Aspromonte Greco.
Il dr.
Patamia nello specifico ha inoltre evidenziato l’importanza in tali
iniziative di affidare l’incarico a esperti competenti del territorio, che
amano visceralmente la propria terra con la sua storia e le sue risorse.In tale
direzione la dr.ssa Crea nel 2013 ha colto una sfida promuovendo un
affascinante itinerario culturale per la valorizzazione e promozione di diversi
siti d’interesse culturale della Calabria Jonica, creando un accordo di
collaborazione sottoscritto con dieci comuni, quali:
Bova Marina- Brancaleone-
Casingana- Portigliola- Locri- Gerace- Marina di Gioiosa Jonica- Gioisa Jonica-
Monasterace- Stilo; così la progettazione e la realizzazione di una piccola
guida informativa sugli itinerari scelti.
A seguire la dr.ssa Deborha
Penchassi, della
comunità ebraica di New York , esperta di storia dell’ebraismo e studiosa
del Lincoln Square Synagogue di New York, ha tracciato in un percorso storico
le tappe principali delle vicende giudaiche menzionando i nomi di celebri
capostipiti del popolo d’Israele e gli avvenimenti storici, che ne hanno
determinato la diaspora; ricordando, inoltre, che la Calabria è stata nel
passato un centro importantissimo non solo per il meridione ma per tutta la
penisola, grazie anche alla sua posizione strategica al centro del Mediterraneo
nelle più importanti rotte commerciali dei popoli tra cui anche quello ebreo.
L’intervento della
dr.ssa Agostino, invece si è incentrato sulle condizioni del parco, sulle
recenti attività di salvaguardia e valorizzazione grazie anche all’azione di
pulizia e sistemazione eseguita dal Gruppo Archeologico “Valle
dell’Amendolea”, sulle attività didattiche svolte di recente dalla Cooperativa
“Clevers” e della volontà di creare, in futuro prossimo, una rete culturale
oltreoceano, tra le proposte una mostra fotografica che veda protagoniste le
sinagoghe di Ostia, Bova e Now York e un mirato intervento di restauro degli
stessi luoghi di culto e il sito archeologico del Parco grazie anche a un
progetto con raccolta fondi.
A seguire i presenti si
sono spostati per assistere a un momento simbolico ed evocativo per l’area,
quello della donazione da parte dell’AIAB Calabria (Associazione Italiana di
Agricoltura Biologica) di due alberi di bergamotto.
Il dr. Pasquale
Faenza, Conservatore dei Beni Culturali, ha curato l’intervento conclusivo di
questa prima parte dell’incontro presso i resti del sito archeologico e all'interno della
struttura museale, dove ha illustrato gli ambienti della sinagoga e i resti del
pavimento musivo policromo, raffigurante i simboli ebraici più importanti.
L’evento è proseguito
alle 21.00 nel centro storico di Bova presso la Chiesa dello Spirito Santo; qui
dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Bova Santo Casile, che ha
introdotto la seconda parte dell’evento parlando e salutando in lingua madre,
il greco di Calabria.
Di seguito l’intervento
della dr. Chiara Corazziere, postdoctoral Reseearcher dell’ Università
“Mediterranea” di Reggio Calabria, che ha esposto i propri studi e ricerche,
eseguiti in occasione delle sua tesi di laurea per il dottorato di ricerca sul
patrimonio inespresso delle comunità ebraiche in Calabria, un lavoro di grande
spessore per comprendere e leggere il tessuto edilizio degli insediamenti
ebraici in Calabria; quartieri separati all'interno dei centri storici, ben
distinguibili, con accessi leggibili per le loro caratteristiche strutturali,
dove erano presenti attività artigianali, che dovevano, per ragioni di
sicurezza per la salute, essere tenute distanti dal resto della popolazione
autoctona come ad esempio quelle per la concia delle pelle o per la tintura dei
tessuti.
Gli insediamenti ebraici
studiati si presentavano molto all'avanguardia da un punto igienico e si
trovavano sempre in prossimità del centro del potere per essere difesi in caso
di pericolo. Infatti, in Calabria fino alla Controriforma il popolo ebraico fu
difeso anche dal potere istituzionalizzato ed era ben integrato con il resto
della popolazione autoctona. La dr. Corazziere conclude l’intervento con
l’auspicio che nuove strategie di valorizzazione possano favorire l’itinerario
giudaico in Calabria per preservare un patrimonio.
Il lavoro della studiosa s’intreccia con un'altra
ricerca studio, quella condotta dal dr. Pasquale Faenza,
Conservatore dei Beni Culturali, sull'individuazione di un insediamento
giudaico a Bova; oggi un quartiere conosciuto come la “Giudecca di Bova”. A
Bova il quartiere ebraico individuato si trovava in alto vicino al castello e
al vescovado, in una zona chiamata “Pirgoli”, dove tutt’oggi rimangono i
ruderi; il termine di quest’area del centro storico deriva dal termine greco "pirgos", in greco torre,
proprio per la presenza di una tale struttura architettonica. Il dr. Faenza
descrive come << ... la Calabria meridionale vanta legami
leggendari con il popolo di Abramo. Testi ebraici ricordano la Magna Grecia
come il luogo assegnato da Isacco al figlio Esaù, a consolazione della prima
genitura carpitagli da Giacobbe, terra famosa per la produzione di tessuti
pregiati. I legami che uniscono le terre aspromontane all’ebraismo
effettivamente non mancano anzi trovano conferme nelle scoperte archeologiche
effettuate negli anni a Bova Marina, a Lazzaro, (fraz. di Motta San Giovanni) e
già molto prima a Reggio Calabria, la città sullo Stretto, che secondo Giuseppe
Flavio ( I sec. e. v.), fu fondata da un pronipote di Noè: Aschenez. Ci
troviamo di fronte ad interessantissime tracce della presenza giudaica in
Occidente, quasi certamente connesse alla diaspora generata dall’Imperatore
romano Tito, a seguito della distruzione di Gerusalemme nel I sec. e. v. La
gran parte dei ritrovamenti calabresi si data al periodo Tardo Antico (IV - V
e. v.), quando le comunità giudaiche attive nella punta dello Stivale erano
floride a tal punto da permettersi luoghi di culto di un certo spessore, come
del resto dimostra il pavimento musivo della sinagoga di Bova Marina, oggi
esposto all’Antiquarium del Parco Archeologico ArcheoDeri. A questa prima fase
storica segue quella medievale, con un pullulare di piccole e grandi giudecche
dislocate nei principali centri storici del reggino: Gerace, Oppido,
Pentedattilo, Amendolea, Bovalino, Stilo, Monasterace, Melicuccà, Seminara e
non ultima Bova, antica sede diocesana dove gli ebrei abitavano nel quartiere
di Pirgoli. La gran parte di questi insediamenti crebbe demograficamente all'indomani della
cacciata degli ebrei dai domini spagnoli (Sicilia compresa), a seguito
dell’editto del 1492. Tra tutte le giudecche, quella presente a Reggio Calabria
fin dall’XI secolo vantò nel Rinascimento un momento culturale degno di nota,
basti pensare che nel 1475, vedeva la luce il primo libro ebraico a stampa
datato che la storia ricordi: il commento al Pentateuco di Rashi ben Eliezer -
conosciuto anche con il nome latinizzato di Salomon Isaacides oppure Salomone
Jarco o Rabbi Salomone Jarco, - tra i più famosi commentatori medievali della Bibbia.
Una copia anastatica è oggi alla Biblioteca Comunale Pietro De Nava di Reggio
Calabria...>> Gli studi del dr. Faenza per l’individuazione della
Giudecca di Bova si sono basati anche sulle testimonianze del Settecento
di un autore locale Domenico Alagna, citando anche la dr.ssa Francesca Tuscano
e il padre, per un’edizione da loro curata della storia di Bova. Durante
quest’ultimo intervento, è stato messo in relazione la cacciata ufficiale degli
ebrei da Bova nel 1577 coincidente con la latinizzazione della diocesi greca
della Chòra. L’intensa giornata di conoscenza sulle presenze giudaiche in
Calabria si conclude in tarda serata con un dibattito e la proposta di un
itinerario culturale, che colleghi i siti d’interesse.
Art. di Vincenza Triolo
Immagini di:
Lillo Minniti
Roberto Manti
Vincenza Triolo
del Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea"
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