lunedì 17 luglio 2017

Una giornata intensa all'insegna della conoscenza di "Presenze Giudaiche nella Calabria grecanica e di una proposta di itinerario"




Domenica 16 luglio 2017 il Parco Archeologico “ArcheoDeri” di Bova Marina e la chiesa dello “Spirito Santo” a Bova hanno sono stati i luoghi, dell’Area Grecanica, dove si è svolto l’evento di particolare interesse dal titolo: “Presenze Giudaiche nella Calabria grecanica: una proposta di itinerario.L’inizio dell’incontro si è svolto presso il Parco Archeologico “ArcheoDeri” con i saluti istituzionali della dr.ssa Rossella Agostino, Direttore del parco archeologico, di Bova Marina, a cui si deve riconoscere la recentissima campagna di valorizzazione dello stesso sito che negli ultimi anni è stato oggetto di eventi sfortunati che l’hanno portato a essere un po’ in stato di abbandono. 


La dr.ssa Agostino dopo i saluti ha introdotto gli interventi del dr. Salvatore Patamia, Segretario Regionale per la Calabria del MiBACT 
e della dr.ssa Francesca Crea, Coordinatore Commissione Straordinaria del Comune di Bova Marina, che hanno avvalorato l’importanza di promuovere iniziative per la tutela e la valorizzazione dei Beni Culturali e nello specifico archeologici e architettonici, testimonianza diretta della presenza del popolo giudaico nell'Aspromonte Greco.

Il dr. Patamia nello specifico ha inoltre evidenziato l’importanza in tali iniziative di affidare l’incarico a esperti competenti del territorio, che amano visceralmente la propria terra con la sua storia e le sue risorse.In tale direzione la dr.ssa Crea nel 2013 ha colto una sfida promuovendo un affascinante itinerario culturale per la valorizzazione e promozione di diversi siti d’interesse culturale della Calabria Jonica, creando un accordo di collaborazione sottoscritto con dieci comuni, quali: 
Bova Marina- Brancaleone- Casingana- Portigliola- Locri- Gerace- Marina di Gioiosa Jonica- Gioisa Jonica- Monasterace- Stilo; così la progettazione e la realizzazione di una piccola guida informativa sugli itinerari scelti.



A seguire la dr.ssa Deborha Penchassi, della comunità ebraica di New York , esperta di storia dell’ebraismo e studiosa del Lincoln Square Synagogue di New York, ha tracciato in un percorso storico le tappe principali delle vicende giudaiche menzionando i nomi di celebri capostipiti del popolo d’Israele e gli avvenimenti storici, che ne hanno determinato la diaspora; ricordando, inoltre, che la Calabria è stata nel passato un centro importantissimo non solo per il meridione ma per tutta la penisola, grazie anche alla sua posizione strategica al centro del Mediterraneo nelle più importanti rotte commerciali dei popoli tra cui anche quello ebreo.


L’intervento della dr.ssa Agostino, invece si è incentrato sulle condizioni del parco, sulle recenti attività di salvaguardia e valorizzazione grazie anche all’azione di pulizia e sistemazione eseguita dal Gruppo Archeologico “Valle dell’Amendolea”, sulle attività didattiche svolte di recente dalla Cooperativa “Clevers” e della volontà di creare, in futuro prossimo, una rete culturale oltreoceano, tra le proposte una mostra fotografica che veda protagoniste le sinagoghe di Ostia, Bova e Now York e un mirato intervento di restauro degli stessi luoghi di culto e il sito archeologico del Parco grazie anche a un progetto con raccolta fondi.



A seguire i presenti si sono spostati per assistere a un momento simbolico ed evocativo per l’area, quello della donazione da parte dell’AIAB Calabria (Associazione Italiana di Agricoltura Biologica) di due alberi di bergamotto. 



Il dr. Pasquale Faenza, Conservatore dei Beni Culturali, ha curato l’intervento conclusivo di questa prima parte dell’incontro presso i resti del sito archeologico e all'interno della struttura museale, dove ha illustrato gli ambienti della sinagoga e i resti del pavimento musivo policromo, raffigurante i simboli ebraici più importanti.  




L’evento è proseguito alle 21.00 nel centro storico di Bova presso la Chiesa dello Spirito Santo; qui dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Bova Santo Casile, che ha introdotto la seconda parte dell’evento parlando e salutando in lingua madre, il greco di Calabria. 


Di seguito l’intervento della dr. Chiara Corazziere, postdoctoral Reseearcher dell’ Università “Mediterranea” di Reggio Calabria, che ha esposto i propri studi e ricerche, eseguiti in occasione delle sua tesi di laurea per il dottorato di ricerca sul patrimonio inespresso delle comunità ebraiche in Calabria, un lavoro di grande spessore per comprendere e leggere il tessuto edilizio degli insediamenti ebraici in Calabria; quartieri separati all'interno dei centri storici, ben distinguibili, con accessi leggibili per le loro caratteristiche strutturali, dove erano presenti attività artigianali, che dovevano, per ragioni di sicurezza per la salute, essere tenute distanti dal resto della popolazione autoctona come ad esempio quelle per la concia delle pelle o per la tintura dei tessuti. 



Gli insediamenti ebraici studiati si presentavano molto all'avanguardia da un punto igienico e si trovavano sempre in prossimità del centro del potere per essere difesi in caso di pericolo. Infatti, in Calabria fino alla Controriforma il popolo ebraico fu difeso anche dal potere istituzionalizzato ed era ben integrato con il resto della popolazione autoctona. La dr. Corazziere conclude l’intervento con  l’auspicio che nuove strategie di valorizzazione possano favorire l’itinerario giudaico in Calabria per preservare un patrimonio.


Il lavoro della studiosa s’intreccia con un'altra ricerca studio, quella condotta dal dr. Pasquale Faenza, Conservatore dei Beni Culturali, sull'individuazione di un insediamento giudaico a Bova; oggi un quartiere conosciuto come la “Giudecca di Bova”. A Bova il quartiere ebraico individuato si trovava in alto vicino al castello e al vescovado, in una zona chiamata “Pirgoli”, dove tutt’oggi rimangono i ruderi; il termine di quest’area del centro storico deriva dal termine greco "pirgos", in greco torre, proprio per la presenza di una tale struttura architettonica. Il dr. Faenza descrive come << ... la Calabria meridionale vanta legami leggendari con il popolo di Abramo. Testi ebraici ricordano la Magna Grecia come il luogo assegnato da Isacco al figlio Esaù, a consolazione della prima genitura carpitagli da Giacobbe, terra famosa per la produzione di tessuti pregiati. I legami che uniscono le terre aspromontane all’ebraismo effettivamente non mancano anzi trovano conferme nelle scoperte archeologiche effettuate negli anni a Bova Marina, a Lazzaro, (fraz. di Motta San Giovanni) e già molto prima a Reggio Calabria, la città sullo Stretto, che secondo Giuseppe Flavio ( I sec. e. v.), fu fondata da un pronipote di Noè: Aschenez. Ci troviamo di fronte ad interessantissime tracce della presenza giudaica in Occidente, quasi certamente connesse alla diaspora generata dall’Imperatore romano Tito, a seguito della distruzione di Gerusalemme nel I sec. e. v. La gran parte dei ritrovamenti calabresi si data al periodo Tardo Antico (IV - V e. v.), quando le comunità giudaiche attive nella punta dello Stivale erano floride a tal punto da permettersi luoghi di culto di un certo spessore, come del resto dimostra il pavimento musivo della sinagoga di Bova Marina, oggi esposto all’Antiquarium del Parco Archeologico ArcheoDeri. A questa prima fase storica segue quella medievale, con un pullulare di piccole e grandi giudecche dislocate nei principali centri storici del reggino: Gerace, Oppido, Pentedattilo, Amendolea, Bovalino, Stilo, Monasterace, Melicuccà, Seminara e non ultima Bova, antica sede diocesana dove gli ebrei abitavano nel quartiere di Pirgoli. La gran parte di questi insediamenti crebbe demograficamente all'indomani della cacciata degli ebrei dai domini spagnoli (Sicilia compresa), a seguito dell’editto del 1492. Tra tutte le giudecche, quella presente a Reggio Calabria fin dall’XI secolo vantò nel Rinascimento un momento culturale degno di nota, basti pensare che nel 1475, vedeva la luce il primo libro ebraico a stampa datato che la storia ricordi: il commento al Pentateuco di Rashi ben Eliezer - conosciuto anche con il nome latinizzato di Salomon Isaacides oppure Salomone Jarco o Rabbi Salomone Jarco, - tra i più famosi commentatori medievali della Bibbia. Una copia anastatica è oggi alla Biblioteca Comunale Pietro De Nava di Reggio Calabria...>> Gli studi del dr. Faenza per l’individuazione della Giudecca di Bova  si sono basati anche sulle testimonianze del Settecento di un autore locale Domenico Alagna, citando anche la dr.ssa Francesca Tuscano e il padre, per un’edizione da loro curata della storia di Bova. Durante quest’ultimo intervento, è stato messo in relazione la cacciata ufficiale degli ebrei da Bova nel 1577 coincidente con la latinizzazione della diocesi greca della Chòra. L’intensa giornata di conoscenza sulle presenze giudaiche in Calabria si conclude in tarda serata con un dibattito e la proposta di un itinerario culturale, che colleghi i siti d’interesse. 




Art. di Vincenza Triolo 

Immagini di:
Lillo Minniti 
Roberto Manti  
Vincenza Triolo 
del Gruppo Archeologico "Valle dell'Amendolea"

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“VALLE  dell’AMENDOLEA di CONDOFURI”
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